Ambiente: da Genova all’ONU, la dichiarazione universale dei Diritti degli Oceani entro il 2030

Ambiente: da Genova all’ONU, la dichiarazione universale dei Diritti degli Oceani entro il 2030

L’oceano, una risorsa essenziale per la vita sul nostro pianeta, sta guadagnando la giusta attenzione a livello internazionale grazie a uno sforzo congiunto tra la città di Genova e The Ocean Race

Genova – La Carta dei Diritti Fondamentali degli Oceani, nota anche come la “Carta di Genova”, è stata presentata alla sede dell’ONU a New York durante la settimana dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo evento storico ha riunito circa 400 rappresentanti, tra cui capi di stato, ministri, ambasciatori, opinionisti e membri delle comunità indigene, tutti uniti nell’obiettivo comune di proteggere il nostro ambiente marino.

Un lavoro quinquennale che ha coinvolto più di 150 esperti

La Carta dei Diritti degli Oceani è il risultato di un lavoro quinquennale che ha coinvolto più di 150 esperti e istituzioni di 35 paesi attraverso gli Ocean Summit e gli Innovation Workshop. Questo documento, fondamentale per le discussioni e le decisioni sull’oceano all’interno delle Nazioni Unite e di altri forum internazionali, rappresenta un trampolino di lancio per la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano (UDOR). L’obiettivo a lungo termine è che la Dichiarazione Universale venga adottata dalle Nazioni Unite entro il 2030.

Una nuova relazione tra l’umanità e l’oceano

I principi sottolineati nella Carta dei Diritti degli Oceani delineano una nuova relazione tra l’umanità e l’oceano, riconoscendo l’oceano come un sistema naturale, biologico e fisico dinamico, interconnesso con tutti gli aspetti della vita sulla Terra. La Carta promuove l’idea che l’umanità dipende da un oceano sano e riconosce il diritto intrinseco dell’oceano alla salute, al ripristino e alla sua importanza vitale per la sopravvivenza del pianeta.

Uno dei principi fondamentali della Carta è il concetto che l’oceano sia un’entità vivente con diritti intrinseci, non solo una risorsa da sfruttare. Questa prospettiva cambia radicalmente la nostra visione dell’oceano, incoraggiando una gestione responsabile e sostenibile delle sue risorse.

La Carta promuove il rispetto

La Carta promuove anche il rispetto per i diversi sistemi di valori, inclusi quelli delle comunità indigene, costiere ed emarginate. Questo rispetto per la diversità culturale e il valore intrinseco dell’oceano contribuirà a garantire un approccio equo ed etico alla conservazione dell’ambiente marino.

Un altro aspetto cruciale è la partecipazione piena ed effettiva di tutte le parti interessate nel processo decisionale relativo all’oceano. Questo include la rappresentanza delle comunità indigene, delle comunità costiere, delle donne, dei giovani, delle persone con disabilità e di altre comunità emarginate. La Carta promuove anche la trasparenza e la condivisione delle conoscenze, garantendo l’accesso alla giustizia e alle informazioni necessarie per una gestione responsabile dell’oceano.

Infine, la Carta stabilisce un principio precauzionale noto come “in dubio, in favorem Oceani,” che significa che in caso di incertezza o conflitto riguardo a un’attività antropica che coinvolge l’oceano, si dovrebbe prendere decisioni a favore della protezione dell’oceano stesso.

La presentazione della Carta dei Diritti degli Oceani all’ONU ha ricevuto il sostegno di istituzioni mondiali come la Banca Mondiale e ha generato una crescente consapevolezza dell’importanza di proteggere l’ambiente marino. Il Genova Process, un’iniziativa che vuole creare un movimento mondiale per il riconoscimento dei diritti degli oceani, sta guadagnando slancio, con l’obiettivo di promuovere una relazione più equa e sostenibile tra l’umanità e l’oceano.

La Carta dei Diritti degli Oceani rappresenta un passo significativo verso la protezione e la conservazione dell’ambiente marino e offre speranza per un futuro in cui l’umanità e l’oceano possano coesistere in armonia, preservando così la vita sulla Terra per le generazioni future.

Collaboratore

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