Dipendenza da social: i giovani preferiscono il cellulare alla vita reale

Dipendenza da social: i giovani preferiscono il cellulare alla vita reale

Sono i giovanissimi tra i 18 e i 23 anni i più esposti all’eccessivo e incontrollabile bisogno di accedere ai social media. Lo dice una ricerca di Demoskopika

Un recente studio condotto da Demoskopika  ha evidenziato una preoccupante tendenza tra i giovani italiani: oltre un milione di ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni sarebbero a rischio elevato di dipendenza da social media.
La fascia di età più esposta è quella 18-23, con un numero di casi pari al 38% del totale.

Ecco chi è più a rischio

L’analisi dei ricercatori di Demoskopika farebbe emergere una relazione inversamente proporzionale tra l’età dei giovani e l’incidenza del livello di alto rischio di dipendenza da social media. In altri termini, al ridursi dell’età aumentano i possibili fattori comportamentali preoccupanti. In particolare, i giovanissimi, compresi nella fascia di età tra i 18 e i 23 anni, ricadenti nell’area “High Addiction” indicante un alto rischio di livello patologico di dipendenza sarebbero oltre 430 mila, pari al 38% del totale, seguiti dai 390 mila individui di età compresa tra 24 e 29 anni (34,5%) e, infine, dagli under 35 “più adulti” (30-35 anni) che supererebbero di poco i 308 mila soggetti maggiormente esposti.

Le regioni più dipendenti dai social

Le regioni con la maggiore incidenza di rischio di dipendenza dai social sono risultate la Sicilia, la Campania e l’Umbria. Nel dettaglio: la Sicilia si colloca in cima con 106,8 mila giovani esposti e con un’incidenza dell’area “High Addiction” pari all’11,155%.  Seguono Campania e Umbria rispettivamente con 131,4 mila giovani (11,144%) e 16,5 mila under 35 anni (11,138%).

Quali sono i social network più utilizzati dai giovani?

Instagram si è confermato come il social network più utilizzato, seguito da Facebook, YouTube e TikTok. Ma il problema non è tanto l’uso dei social in sé, bensì il fatto che dall’indagine emerge come nel tempo libero questi ultimi spesso sostituiscano la vita reale: solo poco più di 3 giovani su dieci “vedono” quotidianamente gli amici (36,7%) e ancora di meno è la percentuale di intervistati che dichiara di passare il tempo libero con parenti e familiari.

L’odio in rete

Un altro aspetto indagato è stato l’atteggiamento dei giovani italiani verso l’hate speech online. La maggior parte degli intervistati ha condannato fermamente questo fenomeno, ritenendolo una forma grave di aggressione e una violazione della libertà di comunicazione su internet. Tuttavia, una minoranza ha mostrato un atteggiamento più tollerante, suggerendo che l’hate speech rifletta le tensioni della società o che sia un modo accettabile per esprimere evitare che “l’odio si esprima nella vita reale” (25,6%) o un “modo accettabile per ridurre la rabbia” (20,4%). Infine, per il 27,2% “sono solo parole”.

Giulia Di Rosa 
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Collaboratore

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