Giorno del Ricordo: com’è nata la legge che lo ha istituito, quasi vent’anni fa

Giorno del Ricordo: com’è nata la legge che lo ha istituito, quasi vent’anni fa

La prima proposta di legge fu presentata alla Camera dei deputati l’11 luglio 1995

Con la legge numero 92 del 30 marzo 2004, il Parlamento italiano ha riconosciuto “il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Ma com’è nata questa legge?

La prima proposta di legge riguardava la “Concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati” e fu presentata nel corso della XII Legislatura (1994-1996) dai deputati di Alleanza Nazionale Menia, Fini, Tremaglia, Tatarella e Gasparri, proposta che non venne mai discussa né in commissione né in aula e quindi decadde al termine della legislatura.

La seconda proposta derivò da due progetti separati, uno presentato dal deputato forzista Roberto Menia, nel 1996, e l’altra dal deputato dei Ds, Antonio di Bisceglie, nel 2000, unificate e presentate all’Assemblea generale della Camera a marzo del 2000.

La discussione, a Montecitorio, si avviò il 12 febbraio 2001

Al testo furono riportate alcune modifiche subito respinte da Menia, che sosteneva l’intento di dare un riconoscimento sia a chi era rimasto vittima della scelta di battersi in favore dell’italianità di Trieste, sia a chi militava nell’esercito fascista. Equiparazione che provocò l’immediata reazione della deputata Rosanna Moroni (Comunisti Italiani) che ricordò gli effetti delle politiche anti slave del fascismo e denunciò “l’intento di riabilitare i fascisti e i repubblichini e di criminalizzare indistintamente i partigiani e la Resistenza, abusando della logica della pietà e anteponendola alla logica della storia“.

Nelle dichiarazioni di voto finali, Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista dichiararono la loro contrarietà prennunciando l’uscita dall’aula. Tutti gli altri gruppi, sia di centro destra che di centro sinistra, avrebbero votato a favore. Il provvedimento venne approvato con 318 voti favorevoli e 17 astenuti. La legge, però, si arenò in Senato che la respinse l’8 marzo 2001 col voto contrario di Rifondazione Comunista e le  astensioni – che al Senato valgono come voto contrario – dei Democratici di Sinistra e del Partito Popolare Italiano.

La terza proposta arrivò alla Camera nel 2003

Una nuova proposta di legge fu presentata alla Camera dei deputati il 6 febbraio 2003, firmata da un gruppo piuttosto numeroso di deputati (per la maggior parte di Alleanza Nazionale e Forza Italia, oltre che dell’UDC e della Margherita), con Roberto Menia e Ignazio La Russa come primi firmatari.
La discussione che si riaprì il 4 febbraio 2004, con un’ampia maggioranza approvò l’emendamento che istituiva il “Giorno del ricordo”, nel testo che sarebbe poi diventato quello definitivo. Votarono contro solo Rifondazione e i Comunisti italiani del Gruppo misto. Nel complesso, l’emendamento fu approvato con 388 voti favorevoli, 13 contrari e 4 astenuti.
L’esame dei singoli articoli iniziò qualche giorno dopo, proprio il 10 febbraio, ma soltanto  l’11 venne raggiunto l’accordo sul testo finale della legge, che prevedeva sia l’istituzione di una solennità civile che il conferimento di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati.

Il voto finale a Montecitorio vide 502 sì e 15 no, su 521 votanti. Così il Presidente della Camera di allora, Pier Ferdinando Casini: “Onorevoli colleghi, la proposta di legge appena approvata è un atto di riconciliazione nazionale, di verità e di giustizia, una testimonianza di amore verso tanti italiani per troppo tempo dimenticati”.

Il voto al Senato

L’11 marzo, Palazzo Madama iniziò la discussione del testo approvato dalla Camera. Si ripresentarono le stesse motivazioni a favore o contro che erano state sollevate a Montecitorio e uguali furono anche gli schieramenti: contrari alla legge i senatori di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani, favorevoli tutti gli altri gruppi.
L’iter parlamentare terminò il 16 marzo. Nessuno espresse dichiarazioni contrarie e il provvedimento venne definitivamente approvato. La legge numero 92 del 30 marzo 2004, promulgata dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, fu pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 13 aprile 2004.

Fazzi, Mantovani, Rossi

Collaboratore

©2022 Duchessa di Galliera, Corso Mentana 27 - 16128 Genova | F.U.L.G.I.S. - P.IVA 01938620992