Scuola, come cambia l’istruzione tecnico-professionale
Debutta il nuovo modello 4+2, con docenti esterni e legame più stretto con mondo del lavoro e territorio
Roma – Si parte come sperimentazione
Approvato il disegno di legge che porta il nome del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, mirato a una profonda riforma degli istituti tecnici e professionali del paese. Questa riforma rappresenta un importante passo avanti nella revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti a scuola, oltre a portare significative novità nell’ambito dell’istruzione tecnico-professionale italiana.
La riforma, denominata comunemente “Valditara”, è stata discussa approfonditamente con le Regioni, le parti sociali e gli stakeholder del settore educativo prima di giungere all’attenzione del Consiglio dei ministri. Questo ampio coinvolgimento è un segno di impegno nell’implementare un progetto ambizioso e innovativo che avrà un impatto significativo sull’istruzione tecnico-professionale italiana.
Punti chiave della riforma
La riforma Valditara è basata su cinque principali pilastri:
- Percorsi quadriennali: Uno degli aspetti più rilevanti è l’introduzione di percorsi quadriennali, che riducono la durata delle scuole superiori tecniche e professionali da cinque a quattro anni. Questo passo mira a promuovere la sperimentazione e l’innovazione nell’ambito dell’istruzione tecnico-professionale.
- Rafforzamento delle materie di base: La riforma prevede un maggior focus sulle materie di base come italiano e matematica, garantendo una formazione più solida e completa.
- Apprendistato formativo e alternanza scuola-lavoro: Gli studenti avranno l’opportunità di partecipare a programmi di apprendistato formativo e di svolgere un maggiore numero di ore di alternanza scuola-lavoro, che potrebbero arrivare fino a 400 ore durante il triennio.
- Docenze di esperti dal mondo produttivo: Saranno introdotte docenze di esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale, arricchendo l’offerta didattica con una componente pratica e orientata al lavoro.
- Internazionalizzazione: La riforma promuove l’internazionalizzazione dell’istruzione tecnico-professionale attraverso scambi internazionali, visite, soggiorni di studio e stage all’estero. Questo consentirà agli studenti di acquisire una prospettiva globale e competenze internazionali.
Il modello 4+2
Il nuovo modello di istruzione tecnico-professionale, denominato “4+2”, permetterà agli studenti di accedere a due ulteriori annualità negli Its Academy dopo i quattro anni di formazione di base. Questo modello è progettato per offrire una maggiore varietà di percorsi di studio, adattati alle esigenze specifiche dei territori.
Il collegamento con imprese e territori
La riforma prevede la creazione di “campus” territoriali che riuniranno tutte le scuole tecniche e professionali del territorio. Questi campus saranno in grado di offrire una formazione più mirata alle esigenze delle imprese locali, garantendo una connessione diretta tra istruzione e mondo del lavoro.
Rilancio del link scuola-lavoro
La riforma punta a rafforzare la connessione tra istruzione e lavoro attraverso l’uso dell’apprendistato formativo di primo livello e il potenziamento delle ore “on the job”. Questo garantirà agli studenti una preparazione più pratica e orientata alla carriera.
Ritorno del voto in condotta
Una stretta sul voto in condotta sull’onda delle violenze in classe contro i professori che fa tornare il giudizio in decimi anche alle medie (era stato abolito dalla ministra Fedeli nel 2017) e che potrà portare alla bocciatura se è un 5, non solo per gravi violenze, come già adesso, ma anche in caso di ripetute violazioni del regolamento d’istituto. Se sospesi si dovrà riflettere sul proprio comportamento con un elaborato o si sarà destinati ad attività socialmente utili a seconda della gravità di ciò che si è combinato in classe.
Il commento di Giorgia Meloni
Meloni ha elogiato il ministro Giuseppe Valditara, anche per la riforma della istruzione tecnico professionale, «molto attesa dalla scuola italiana, dall’opinione pubblica e dalle forze produttive. Si tratta di una riforma che rende competitiva la filiera della istruzione tecnica e professionale trasformandola in un percorso formativo di serie A e collegandola con il mondo del lavoro e dell’impresa. Offriamo così importanti opportunità lavorative ai nostri giovani e rendiamo più competitivo il nostro sistema produttivo».