Bullismo e cyberbullismo: è solo uno scherzo?

Bullismo e cyberbullismo: è solo uno scherzo?

A volte è difficile capire se qualcuno si sta solo divertendo o ti vuole fare del male, soprattutto online

Il bullismo può essere definito come un comportamento intenzionale e aggressivo che si verifica ripetutamente contro vittime che si sentono vulnerabili e incapaci di difendersi o chiedere aiuto.

Il bullismo è una forma di violenza tra pari, e in questa dinamica i bulli spesso agiscono per frustrazione, rabbia o per raggiungere uno status sociale dominante.

Il cyberbullismo ha le stesse caratteristiche del bullismo tradizionale, con la particolarità che questo si manifesta attraverso la rete. È un fenomeno sempre più diffuso oggigiorno ed è una forma di attacco e offesa che si è estesa attraverso i social media. Esso può avere conseguenze ancora maggiori sulla vittima rispetto al bullismo perché la persona presa di mira non ha più una zona di confort dove nascondersi: grazie alla tecnologia, infatti, i cyberbulli ti raggiungono anche a casa!
Le conseguenze sulla vittima si possono manifestare anche attraverso disturbi del sonno e mancanza di appetito.

Secondo quanto riferisce l’Unicef, in Italia il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo.
Nel 5,9% dei casi si è trattato di azioni ripetute (più volte al mese). La quota più elevata delle vittime si registra nelle ragazze tra gli 11 e i 17 anni:  il 7,1% delle ragazze che si collegano ad Internet o dispongono di un telefono cellulare sono state oggetto di vessazioni continue sul web, contro il 4,6% dei ragazzi.

Solitamente le prevaricazioni contro chi è più debole hanno presenza maggiore nell’ambiente scolastico. Così il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in vista del 7 febbraio, Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo: “Nella scuola italiana il 25% dei ragazzi lamenta di essere bullizzato sistematicamente. Lo studente che perseguita un compagno, aggredisce un insegnante o devasta la propria scuola deve prendere coscienza del proprio errore”.

Aguirre, Marinelli

Collaboratore

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